sabato 29 aprile 2017

Il pianeta dell'odorato

«…gli esseri umani perdono particelle minuscole di pelle morta, chiamate "zattere", che ci seguono come il fumo sprigionato da una sigaretta in movimento. A ogni passo depositiamo degli odori sul terreno, e ai cani non occorre molto per trovarci. In media il piede di un uomo lascia sul terreno un quarto di miliardesimo di grammo di sudore a ogni passo, e questo, che ci crediate o no, è più che sufficiente per un cane.
Ma questi sono solo alcuni degli odori che tutti noi ci lasciamo dietro. Calpestiamo la vegetazione, ci muoviamo sul terreno e spargiamo in giro particelle di capelli, molecole di dopobarba e di deodorante, abiti e scarpe. Di solito il problema per i cani non è trovare la pista; è classificare la moltitudine di piste che sono presenti. Anche le condizioni del tempo influiscono sulla capacità olfattiva del cane: se il tempo è asciutto, se è freddo o caldo, se è ventoso o tranquillo… tutti questi fattori modificano le condizioni ogni volta che il vostro cane accosta il muso al terreno per cercare di seguire una pista.
Per saperne di più sul modo in cui il vostro cane percepisce il mondo, provate a iscriverlo a un corso di tracking, o di ricerca della pista. Nel corso che ho seguito io, noi principianti ci lanciavamo subito, sorridendo dei nostri sforzi piuttosto goffi per gestire la linea di ricerca e sghignazzando della nostra iniziale incapacità di entrare nel mondo della ricerca delle piste. Quando ci siamo confidati le rispettive esperienze sui primi tentativi di lasciare una pista per i nostri cani, abbiamo scoperto che raccontavano tutti la stessa storia piuttosto umiliante. Dopo aver legato il cane a un albero o a un palo nelle vicinanze, avevamo proseguito camminando attentamente per creare una pista, posando ogni volta il piede a terra con ponderazione. Nelle prime fasi di addestramento è essenziale fornire al cane una traccia chiara e semplice da seguire, senza incroci che possano confonderlo, quindi ogni passo veniva calcolato con cura. Un passo sì e uno no, aggiungevamo una briciola di cibo per compensare i cani di aver seguito con attenzione l'odore dei nostri passi. Ma almeno una volta, dopo avere raggiunto la fine della pista lasciata con tanta cura, ciascuno di noi principianti aveva sospirato di orgoglio per l'impresa compiuta, tornando allegramente dal cane per la pista più breve. Così facendo, avevamo camminato proprio sulla pista appena tracciata, facendo piazza pulita degli odori depositati con tanta cura all'andata. Questo è un ottimo esempio di quanto sia raro che gli esseri umani riflettano in modo consapevole sul tema degli odori. 
La parte del corso che preferivo era l'osservazione del modo in cui i cani reagivano alla bellezza. Il vento che soffiava da sinistra spingeva l'odore verso la destra della pista. I cani si muovevano avanti e indietro, descrivendo una curva sinusoidale a S nel tentativo di seguire le molecole di odore che si spostavano nell'aria, perdendole nel momento in cui si disperdevano e poi tornando indietro verso la fonte, sempre alla ricerca della massima concentrazione di molecole sulla quale erano sintonizzati. L'odore è come una nebbia, un'entità materiale con la sua integrità fisica. Come la nebbia, anche l'odore si annida nelle depressioni del terreno, aleggia nell'aria e si muove in modo fluido nello spazio, invisibile per noi, ma evidente come una luce intensa per i nostri cani.»

Patricia B. McConnell

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